Sembra uno scherzo, ma purtroppo è una pura verità quella che una famiglia palermitana ha dovuto passare in ospedale. Una moglie accompagna il marito 89enne nel pomeriggio di ieri attorno alle 15 per una visita cardiologica all’ospedale Ingrassia di Palermo, e dopo essersi presentata la pronto soccorso e fatto i primi esami di rito , ha dovuto attendere 10 ore per la visita, e 12 ore per essere trasferito e ricoverato in medicina, ma senza posto !.
L’uomo giunge in ospedale a causa di problemi polmonari e respiratori e piedi gonfi. La moglie dice che – «Siamo stati accolti – dice la moglie del legale – da un medico donna molto gentile e preparato che ha fatto fare un prelievo di sangue e una Rx toracica. Poi ha ordinato una visita cardiologica. Mio marito è stato messo sulla lettiga in astanteria con altre persone dov’è rimasto fino all’una di notte quando finalmente è stato visitato dal cardiologo. Dopo la visita è stato ordinato il ricovero nel reparto di Medicina ma siccome non c’erano posti letto ci hanno chiesto l’autorizzazione per lasciarlo in barella ma in reparto. Naturalmente, dopo tutto quello che abbiamo passato, abbiamo accettato. E lo abbiamo lasciato lì»-
La signora inoltre aggiunge che suo marito ha fatto tre prelievi in quanto i valori erano scostanti , ma non ha avuto risposte esaurienti a tali motivazioni dagli infermieri e dai medici che hanno assistito il marito e non dando chiarimenti sufficienti a tutto l’iter di procedura che si stava effettuando. A sua volta la lunga attesa ha fatto innervosire anche la signora che ha avuto anche un innalzamento della propria pressione. Attesa che si è conclusa attorno alle ore 01.00 con il ricovero e la visita del cardiologo e con susseguente ritorno a casa per la moglie alle ore 03.00. Situazioni incresciosi e paradossali per tanta gente , soprattutto per persone anziane che si devono sobbarcare queste lunghe attese, anche in presenza di distanza chilometriche e dove a volte tutte le parole da parte degli organi competenti , vanno in fumo quando si assiste a queste situazioni da terzo mondo, a dove a volte pur di essere assistiti e sotto bisogno, tanta gente preferisce tacere e accettare ciò.
Antonio David